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La Cicogna ubriaca

  • Immagine del redattore: Vincenzo Marrocchini
    Vincenzo Marrocchini
  • 26 mag
  • Tempo di lettura: 1 min


Ci sono storie che non nascono per essere perfette.

Nascono per essere vere.

Per graffiare l’anima, per accarezzarla, per scuoterla.

Questa è una di quelle.

La Cicogna Ubriaca non è solo il racconto di un’adozione.

È la testimonianza di un amore che osa sfidare l’attesa, la burocrazia, i giudizi altrui. È il diario emotivo di chi ha scelto di mettersi in cammino senza garanzie, armato solo di cuore e speranza.

Mario e Marta non sono eroi. Sono due persone comuni con un sogno straordinario: diventare genitori. Ma quando la strada naturale si chiude, il cammino verso l’amore prende una via più lunga, più tortuosa, più scomoda. Una via che mette a nudo ogni fragilità, ogni dubbio, ogni paura.

Queste pagine raccontano quel cammino. Raccontano le mani che si stringono davanti a porte chiuse, le notti in cui si prega in silenzio che arrivi una chiamata, gli sguardi pieni d’amore rivolti a un figlio ancora senza nome. Raccontano l’umanità e la disumanità degli uffici pubblici, il peso delle etichette, il valore del coraggio.

Ma soprattutto, raccontano cosa vuol dire amare qualcuno che non ti deve nulla, e che forse non ti amerà mai come speravi.

Non aspettarti una fiaba. Non troverai principi azzurri né finali infiocchettati.

Troverai la verità, nuda e cruda, e il tentativo disperato — ma meraviglioso — di darle un senso.

Perché, a volte, la cicogna sbaglia rotta.

A volte inciampa, barcolla, si perde.

Ma chi la insegue… chi continua a cercarla anche quando sembra ubriaca…

quello sì, merita di essere ascoltato.

Buona lettura.

 
 
 

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